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Italia
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CARRELLO
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Vino di Vin Santo del Chianti DOC

“Vin Santo”, in Toscana, significa una tradizione millenaria. Una tradizione di uve lentamente appassite e poi pressate, con fatica, per ottenere, nel periodo pasquale (da qui, probabilmente, il nome), un nettare concentratissimo, destinato a una fermentazione lentissima che avveniva, e avviene tuttora, in piccole botticelle (caratelli) di legni locali disposte nei solai (“vinsantaie”) dei conventi o dei rustici patrizi, rigorosamente esposte al mutamento climatico delle stagioni.

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Vin Santo del Chianti DOC

“Vin Santo”, in Toscana, significa una tradizione millenaria. Una tradizione di uve lentamente appassite e poi pressate, con fatica, per ottenere, nel periodo pasquale (da qui, probabilmente, il nome), un nettare concentratissimo, destinato a una fermentazione lentissima che avveniva, e avviene tuttora, in piccole botticelle (caratelli) di legni locali disposte nei solai (“vinsantaie”) dei conventi o dei rustici patrizi, rigorosamente esposte al mutamento climatico delle stagioni.

In questo contesto il Vin Santo matura, normalmente dai cinque ai dieci anni, cedendo agli angeli una parte consistente di sé, ma guadagnando ancor più in ampiezza, eleganza e concentrazione. Avulso dalle logiche di mercato, il Vin Santo è dunque più di un passito: è una storia di investimenti e affinamenti che ha sempre trovato nella dimensione concentrativa e ossidativa la chiave di volta della qualità del prodotto, prima di tutto per il consumo conviviale e familiare.

Derivante da uve prevalentemente bianche (Trebbiano e Malvasia toscani su tutte), ma anche rosse (in tal caso, prodotto incredibile del Sangiovese, assume il nome di Occhio di Pernice), il Vin Santo è un gioiello di tutta la Toscana. Se ne trova, certo, dal Trentino all'Umbria, dalle Marche al Veneto all'Emilia, ma il Vin Santo storico toscano è tuttora quello più noto, più prodotto, più apprezzato.

Benché oggi il prodotto sia ripartito in una pletora di diverse denominazioni con i rispettivi disciplinari, il Vin Santo toscano va considerato come un prodotto unitario, peraltro non sempre imbottigliato come vino ad indicazione geografica. Spicca, certamente, quello chiantigiano, ma sugli scudi, grazie a prodotti di eccellenza indiscussa, si collocano anche Carmignano e Montepulciano, che vantano una tradizione “vinsantiera” a dir poco illustre.

Vini immortali, capaci di sfidare i secoli. Alla vista vestono un abito ora ambrato, ora vistosamente inscurito dalla lunga ossidazione. Al naso, ampissimi, vagano tra il caramello e il dattero appassito, il miele di castagno e la frutta secca, il balsamo e la liquirizia, l'erba officinale e il liquore invecchiato. In bocca si oscilla tra il consistente e il pastoso, talvolta con un leggero tannino ad arricchire complessità ed eleganza, con morbidezze e pseudocalore avvolgenti. E, naturalmente, una persistenza infinitamente memorabile.